NUMERO 5 - 2018
Azioni Parallele è una rivista on line a periodicità annuale, che continua in altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós.
La direzione di Azioni Parallele è composta da
Gabriella Baptist,
Aldo Meccariello
e Andrea Bonavoglia.
La distribuzione è affidata a Ergonet (VT).
La sede della rivista è Roma.
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Scale mobili, a più percorsi o a senso unico condensano gli itinerari dei filosofi e i loro impervi cammini verso il sapere. Per non dire di quanto l'’immaginario poetico e la rappresentazione religiosa abbiano spesso trovato nel dislivello e negli artifici per superarlo una potente immagine simbolica.
Nota biografica e bibliografica su János Kelemen
La cosmologia che Dante costruisce in base agli elementi della tradizione mitologica e religiosa è una parte organica della Divina commedia e la storia che il poeta ivi ci racconta non sarebbe comprensibile senza tale quadro strutturale.
Nei Quaderni del carcere, Gramsci osserva la società del suo tempo attraverso lo sguardo del sociologo. Nella comunità socialista ogni individuo dovrebbe essere protagonista, ma allo stesso tempo dovrebbe assumere la funzione di elemento cardine intorno al quale possa ruotare l’ingranaggio sociale.
Nel cinema la scala può essere percorsa per “scendere”, e perciò essere simbolo di degrado, meschinità, tenebrosità e mistero, oppure può essere intrapresa per salire, per ascendere, diventando metafora o metonimia di illuminazione, rigenerazione, crescita e potenziamento.
Ignazio trasforma il linguaggio in un codice di comportamento, un codice d’ordine, un ordine ramificato in imperativi gerarchizzati.
La scala è una misura storica – nonché geografica – di confronto per il musicista in rapporto ai suoni; la sua presenza ritma la concezione di materiale musicale e la sua conseguente organizzazione nel tempo.
L’ascensio per gradus è senz’altro paradigmatico dell’esercizio teoretico e la scala ne rappresenta l'immagine più diffusa e circostanziata.
Chiedersi che cosa sia il corallo, se una produzione marina a metà fra mondo minerale e vegetale o altro, ha implicato storicamente valori e scelte importanti per ripensare la scala delle specie esistenti.
In fin dei conti la strada per l’acropoli è sempre la stessa, comunque la si percorra, salendo o scendendo. Ma salire e scendere sono una stessa realtà o due esperienze distinte?
Ludwig Wittgenstein ci ha lasciato in eredità un difficile problema ermeneutico con la famosa immagine della scala, contenuta nella penultima proposizione del Tractatus.
Un confronto tra le mille scale della storia dell’arte, create o rappresentate per tanti diversi motivi e significati, non può essere che soggettivo e arbitrario, ma è sicuramente stimolante ...
Funzionalmente, la scala serve a superare un dislivello e molto prosaicamente le scale intese come elementi edilizi seguono regole precise di altezza e lunghezza. Ma una scala che si alzi verso il cielo, senza punto di arrivo, come una tomba a màstaba o la Torre Eiffel, segue anch'essa delle regole?
Sulle scale di Roma, gli interventi dello street-artist David Diavù Vecchiato.
In un famoso articolo del 1958 i Penrose padre e figlio misero in evidenza quanto sia illusoria la concezione stessa di prospettiva, storicamente un trucco di altissimo livello per farci credere solido ciò che invece è piatto.
Il lasciarsi cadere si situa in un incrocio fecondo tra la pratica analitica e la pratica estetica, in un punto di intersezione tra il racconto all’analista e la produzione dell’opera d’arte, a rimarcare l’idea che la falla provocata non è un baratro, ma un momento di creatività.