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Azioni Parallele

NUMERO  7 - 2020
Azioni Parallele
 
Rivista on line a periodicità annuale, ha ripreso con altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós.
La direzione di Azioni Parallele dal 2014 al 2020 era composta da
Gabriella Baptist,
Giuseppe D'Acunto,
Aldo Meccariello
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MEDITERRANEI
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AP 2 - 2015
LUOGHI non troppo COMUNI
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 AP 1 - 2014
DIMENTICARE
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 I NOSTRI 
AUTORI

Mounier
di A. Meccariello e G. D'Acunto
ed. Chirico

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Modern/Postmodern
ed. MANIFESTO LIBRI
 
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Solitudine/Moltitudine
ed. MANIFESTO LIBRI

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 Vie Traverse
di A. Meccariello e A. Infranca
ed. ASTERIOS

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L'eone della violenza
di M. Piermarini
ed. ARACNE

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La guerra secondo Francisco Goya
di A. Bonavoglia
ed. ASTERIOS 

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Nota sul Progetto dell’Ermeneutica di Schleiermacher

 

Friedrich SchleiermacherNel rileggere attentamente le lezioni tenute da Friedrich Schleiermacher ed esposte nel Compendio del 18191, il problema dello spirito si articola in tutte le molteplici sfaccettature che vanno dall’Ermeneutica, intesa come arte del produrre della interpretazione, a quella medesima dello spirito che si manifesta in essa come valenza psicologica, o anche come capacità di riflettere in sé stesso per distinguersi dalla lettera che è sempre più connessa al dato o ai dati storici che derivano dalla tradizione orale o scritta dei diversi Autori.

Questi, infatti, si proposero di tramandare ciò che essi osservarono senza adeguate riflessioni che si sono, invece, rivelate agli Interpreti unicamente come generi grammaticali forniti di regole rigorose da quelli prescritte, come avviene per il Vecchio e per il Nuovo Testamento la cui delucidazione, secondo lo Schleiermacher, deve essere affidata ai lettori originari che furono i primi ad intendere e a comprendere, nella veste di testimoni meno che di Autori, gli avvenimenti che accaddero dopo l’inizio del tempo dalla creazione del mondo, essendo forniti di sola, completa e totale ispirazione, oltreché di visioni totalizzanti.

Queste, tuttavia, pur costituendo per essi il criterio della esaustiva e definitiva comprensione dell’ Essere Supremo, intuito nella sua massima azione provvidenziale nei confronti del mondo, non erano, invece, in grado di incidere, neppure minimamente, sugli attori del processo mondano in quanto individui ragionevoli, forniti di consapevolezza e di linguaggio, oltreché del potente mezzo del discorso, che si mostrarono, in verità, ostili alle visioni mistiche, ritenendosi privilegiati rispetto al piano della comunicazione.

Questa da una parte decreta – per così dire – l’appartenenza di tali individui all’ordine logico-grammaticale, forniti di regolamenti impeccabili e difficilmente trasgredibili, dall’altra l’appartenenza a quello spirituale nel corso del quale si misurano la comprensione individuale al discorso e la capacità di estendere i singoli punti di vista in ragione dell’apertura degli orizzonti nei quali confluiscono le varie disposizioni umane che si dichiarano pronte a superare le tecniche grammaticali e logiche di talune proposizioni aventi il carattere della pura scientificità ed al contempo quello della letteralità.

L’alternativa che si propone agli individui ragionevoli, non è più, pertanto, un’altra regola da seguire, ma una scelta che va, invece, nella direzione dello spirito la cui unica regola – per così dire – deve essere quella di non avere una, perché illimitati sono i fatti e gli avvenimenti del mondo, nonché dei discorsi, che si presentano alla loro coscienza e che vanno, quindi, interpretati secondo l’esigenza del divenire che muta le intenzioni in fatti, privi di fraintendimenti che in generale offuscano ogni reale comprensione spirituale.

Gli Interpreti e gli Autori possono, perciò, in tale ottica, divenire i reali testimoni del processo di ogni discorrere, non più ammantati da visioni mistiche, talora inspiegabili, resi più consapevoli dall’ufficio della ragione che aspira all’incondizionato, costituendo ancora una volta l’elemento fondante dello spirito che kantianamente procede per digressione da parte a parte. L’accessibilità, quindi, al discorso ordinario e l’efficacia della comprensione, risiedono, così, non più nella tecnica funzionale di tutti i linguaggi, ma nel modo in cui essi si presentano allo spirito che va – beninteso – sempre oltre la lettera, mostrando riflessivamente di comprendere ciò che in questa, ed oltre questa, si nasconde, come una verità che aspira ad essere scoperta e riportata alla luce. «La pratica più rigorosa – osserva, infatti, lo Schleirmacher – nell’arte parte dal fatto che il fraintendimento si produce spontaneamente e che la comprensione deve essere voluta e ricercata punto per punto».2

La grammatica divina, la più rigorosa che sia esplicitata, non si carica più di difficoltà palesi e presenti perché si annuncia alle comunità pensanti, prive, in tal guisa, di fraintendimenti e non viene più ricercata dalle comunità pensanti, in quanto puri spiriti ragionevoli, perché il suo discorso è semplice ed esaustivo e gratifica costoro che aspirano, secondo il proprio uso razionale, ad intrecciarlo.

La riflessione è sicuramente un mezzo eloquente attraverso il quale le numerose comunità di pensanti si riuniscono per superare ogni genere di fraintendimenti che impedisce, sia agli Autori sia agli Interpreti, di vedere adeguatamente oltre i propri orizzonti letterali, per superare, infine, il depistaggio della lettera e della sua tecnica funzionale, perché lo spirito ha il primato di essere sempre più spirito, perché è spirito della comunità (Gemeinschaftvermögen) capace di interpretare – e non misticamente – il destino futuro di tutti gli esseri ragionevoli di questo mondo.

 

Note con rimando automatico al testo

 

1  F. D. E. Schleirmacher, Il Progetto dell’Ermeneutica del 1819, con le Note del 1828 e del 1832, in: Ermeneutica [Introduzione, impostazione editoriale, traduzione e apparati di Massimo Marassi], Milano, Rusconi, I, 1996, pp. 295-403

2 Op.cit., p. 327