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Azioni Parallele

NUMERO  7 - 2020
Azioni Parallele
 
Rivista on line a periodicità annuale, ha ripreso con altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós.
La direzione di Azioni Parallele dal 2014 al 2020 era composta da
Gabriella Baptist,
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Modern/Postmodern
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Solitudine/Moltitudine
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di M. Piermarini
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La guerra secondo Francisco Goya
di A. Bonavoglia
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Persepolis, di Marjane Satrapi

 

 

 

Marjane Satrapi

Persepolis

 

 

Milano, Rizzoli Lizard, 354 pagine, 

EAN 9788817034777, € 24,00

 

 

 



È un destino comune a poche persone (le più fortunate?) il fatto che la propria formazione coincida con un grande cambiamento nella patria d’origine. Nel caso di Marjiane Satrapi, celebrata autrice di Persepolis - fumetto pubblicato in Italia da Lizard in un magnifico volume - le peripezie dell’infanzia e dell’adolescenza, ma anche gli anni all’estero, s’intersecano con il più travagliato ventennio che l’Iran abbia mai conosciuto: dall’abbattimento della monarchia all’instaurazione della Repubblica Islamica, dal lungo conflitto con l’Iraq alla sterzata fondamentalista.

Dal libro in esame è stato tratto l’omonimo film di animazione che, analogamente, ripercorre la storia dell’Iran moderno intrecciandosi alla vicenda personale della protagonista. Tale lungometraggio (nelle sale italiane nel 2008) scritto e diretto dalla stessa Satrapi, e da Vincent Paronnaud, ha meritatamente goduto dei favori di una vasta ed eterogenea platea di spettatori, specialmente giovani e studenti.

Visceralmente autobiografico, Persepolis è un racconto di formazione al femminile che narra un ventennio circa della vita di Marjiane (dal 1979 al 1994), una bambina che a soli dieci anni è spettatrice della rivoluzione islamica, ed è costretta inconsapevolmente a indossare il chador. Educata ai valori di libertà da una famiglia laica e benestante discendente dagli aristocratici della dinastia Qajar scalzata dai Pahlavi, Marji è particolarmente sensibile al destino del suo paese e dei suoi parenti, alcuni dei quali uccisi in carcere per le idee socialiste. La bambina è inoltre molto attaccata alla nonna, la quale, le narra molti episodi del lontano passato ricordandole di continuo l’importanza dell’integrità morale.

Ed è sempre la simpatica nonna dai seni sodi (immersi quotidianamente in acqua ghiacciata) a svelarle un’antica ricetta per profumare la biancheria intima: mettere ogni mattina dei fiori freschi di gelsomino nel reggipetto. È questa una delle strisce più poetiche del fumetto. Il racconto prosegue poi con l’ascesa del fondamentalismo e la repressione del dissenso interno all’indomani della cacciata dello scià. Marji è un’adolescente intelligente e trasgressiva che si oppone all’oscurantismo e al fanatismo religioso imposto dal regime degli ayatollah. Divora libri e studia il marxismo, scopre gli Abba, il punk e gli Iron Maiden, polemizzando sempre più frequentemente con gli insegnanti della scuola.

A 14 anni, mentre imperversa la stolida guerra Irak-Iran, con Teheran terrorizzata dai missili e dagli attacchi aerei, i genitori decidono di farle proseguire gli studi al liceo francese di Vienna dove alcuni amici di famiglia l’ospiteranno. Nel quinquennio che trascorrerà in Austria, tra varie vicissitudini, completerà la propria educazione sentimentale diventando una donna, ma avrà modo anche di scontrarsi con i pregiudizi razziali e con il conformismo borghese, con l’indifferenza e la vigliaccheria degli esseri umani. Il felice rientro in patria viene, però, subito turbato dalla crisi economica, e dalla feroce oppressione dittatoriale seguita alla fine del conflitto iracheno.

Marji ritrova il calore dei familiari, e con esso il velo e la sopraffazione, quotidiana e sessista, dei barbuti guardiani della rivoluzione: “I capelli delle donne contengono dei raggi che eccitano gli uomini. Le donne devono nasconderli! Se girare a capo scoperto è civiltà, allora gli animali sono più civili di noi.” Nel contempo la giovane intraprende gli studi di arte e grafica, e si sposa, quasi per inerzia, senza smettere d’inseguire l’amore e di denunciare l’ipocrisia della società in cui vive. Ma a 24 anni compie la scelta decisiva: abbandona il marito e la sua casa per trasferirsi in esilio volontario a Parigi per costruirsi un nuovo futuro.

Alla luce delle favorevoli considerazioni espresse dalla critica non possiamo esimerci di celebrare questo sorprendente e innovativo graphic novel, che seppur intriso di malinconia, e intercalato da eventi drammatici, non risparmia frecciate al regime iraniano, tacciato di intolleranza e fanatismo, né all’Europa capitalista analogamente accusata d’ignoranza e insensibilità. D’altro canto Persepolis è anche molto divertente e ironico nell’affrontare le dinamiche familiari, e specialmente le tematiche femminili, sfiorando con delicatezza le corde della poesia proprio nei momenti in cui il tratto disegnato si lascia andare a motivi naif, oppure a decorazioni di ascendenza etnica.

Le storie di vita vera, la semplicità dei dialoghi tra i personaggi, e l’insieme narrativo realizzato dalla giovane disegnatrice iraniana assemblando una serie di scene-quadro è oltremodo riconducibile (anche pensando al film) al neorealismo italiano. Ecco perché si può guardare a Persepolis come all’ennesima prova di sensibilità e originalità della lunga e felice stagione dell’arte e del cinema iraniano.

Inoltre, il valore dell’opera realizzata dall’artista persiana è ancor più sorprendente in quanto costituisce un ricco capitolo della memoria collettiva, e al tempo stesso un semplice richiamo ai diritti umani, e a quei valori di laicismo e democrazia troppo spesso dimenticati anche nei paesi cosiddetti “liberi”. Ma i lettori più sensibili potranno cogliervi anche il connubio tra realismo e astrazione, la capacità di fondere due culture lontane, ma non così distanti, il saper raccontare semplicemente la complessità del mondo, l’emozione dettata dal triste canto dell’esule, e il senso spiccato dell’eleganza e della bellezza...


Marjiane Satrapi probabilmente non farà più ritorno a Teheran, anche se rimarrà sempre ancorata alla sua terra. Il fondamentalismo islamico e le guerre americane del petrolio non basteranno a imprigionare il suo cuore di ragazza. Il passato continuerà a vivere nel suo tratto di matita così come ella ha riversato tutta la libertà della sua anima, l’anelito di pace e l’amore per la vita nel bianco e nero delle strisce e delle figure animate di Persepolis.