William Butler Yeats, Quaranta poesie

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William Butler Yeats

Quaranta poesie
The Variorum Edition of the Poems of W. B. Yeats

 

 trad. Giorgio Melchiori

 

 

Einaudi, Torino, 2018 (1a 1965), € 13,50

 

 

 

 

 

Crepuscolarismo e simbolismo

La poesia di W. B. Yeats (1865-1939), uno tra i massimi autori di lingua inglese, prospera nelle atmosfere rarefatte delle brughiere irlandesi, tra i cigni che scivolano tra le brume autunnali, negli echi della raffinata sensualità del simbolismo francese, in una classicità di figure altere e di spiriti cristallizzati e consunti dalla inanità dell'esistenza. La contea di Sligo, sulla costa occidentale dell'Irlanda è la patria, e lo scenario prediletto di questo scrittore elegante e tormentato. Percorrere l'itinerario attraverso "i luoghi" del poeta è stata una delle esperienze più significative del mio viaggio in Irlanda compiuto nell'estate del 2018. La lapide della sua tomba reca un epitaffio in versi che possiamo ben adottare come sintesi: "Cast a cold Eye / On Life, on Death. / Horseman, pass by." (Getta un freddo sguardo / sulla morte, sulla vita. / Cavaliere passa oltre).

Le piccole cose di poco conto sfiorano di continuo la poetica di questo "aristocratico dell'animo", anche se non possiamo parlare di vera e propria parentela con il crepuscolarismo di casa nostra, quello di Gozzano e Palazzeschi, tanto per intenderci. Il messaggio di questa lirica è più universale, seppur elitario e meno diretto, e la pur brillante traduzione italiana di Giorgio Melchiori non riesce appieno a comunicare l'originalità della forma, la musicalità e la raffinatezza lessicale dello scrittore dublinese. Rimane, alla lettura, un senso di diffusa malinconia che pervade dalla sofferenza del genere umano a causa della propria inadeguatezza a confronto con la fredda, indifferente perfezione della natura e, pertanto, pure la gioia di vivere risulta frenata, limitata, effimera...

 

Terza canzone della dama

Quando tu e il mio amante fedele v'incontrate

Ed egli nel tuo grembo intona melodie,

Non dir male dell'anima,

Né credere che il corpo sia tutto,

Poiché io, sua signora di giorno,

so del corpo mali peggiori;

Ma con onore dividi in due l'amore

Sí che ciascuno non abbia abbastanza dell'una e dell'altro,

Ed io senta che ci baciamo

A contrappunto il sibilo del serpe,

E tu senta se una mano ti esplora la coscia

Il sospiro di tutti i cieli in travaglio.