Daniel Kehlmann, La misura del mondo

  • Stampa

 

 

 

 

Daniel Kehlmann

La misura del mondo

 

 

trad. Paola Olivieri

Feltrinelli, Milano, 2006, pp. 254 
15,00€    ISBN 9788807017025

 

La misura del mondo è un libro straordinario di Daniel Kehlmann del 2005; racconta di due splendidi personaggi  dei tempi gloriosi dell'Illuminismo: Carl Friedrich Gauss, uno tra i più grandi geni della storia (forse cerebralmente superiore anche a Einstein, a Aristotele, a Galileo, ...), insigne matematico e astronomo, e Alexander von Humboldt, altro tedesco insigne sebbene meno famoso internazionalmente, scienziato ed esploratore, costantemente associato al fratello Wilhelm, linguista, pedagogo e uomo politico.
Nel libro la vita di Humboldt è narrata in parallelo con quella di Gauss. Il primo è un nobile, è ricco sfondato, ma spende tutto per viaggiare e comprare ciò che serve a viaggiare; negli ultimi anni della sua lunga vita di scapolo si ferma, si dedica soprattutto a scrivere e compone volumi su volumi su volumi di scienze naturali.
Il secondo viene da una famiglia umile, ma viene scoperto da ragazzo come un talento prodigioso, fa la sua carriera accademica muovendosi ben poco nella Germania centrale e ha alcuni figli, uno dei quali riveste un ruolo singolare nel libro.
I due si incontrano a Berlino per volontà di Alexander, e dopo la conoscenza diventano amici, o almeno così ci racconta Kehlmann. In effetti, il 50% del libro può essere considerato vero, il resto finzione, anche se verosimile. In particolare, sono i sentimenti dei due protagonisti che appaiono inventati o meglio creati da Kehlmann, nel senso che lo scrittore entra in empatia con i suoi personaggi e li fa vivere al di fuori della biografia ufficiale. Così Humboldt diventa una specie di incredibile fachiro, in grado di sopportare qualunque tormento e qualunque fatica, curioso, avventuroso, spericolato, ma sempre nel nome della ricerca scientifica. Gauss è presuntuoso, convinto di sè, immerso nei suoi calcoli, convinto che nessuno è alla sua altezza (neppure Goethe) e deluso dai suoi figli, dalle sue mogli, dai suoi colleghi. Ma nella sua alterigia, Gauss ci è simpatico, una specie di brontolone geniale. 
Libro da leggere assolutamente. Con una nota finale sul figlio "stupido" di Gauss, destinato a diventare americano, imprenditore e banchiere di successo.