Roald Dahl, Il GGG

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Roald DAHL

Il GGG

The BFG

Traduzione di Donatella Ziliotto

 

 

Salani, Milano 2006 (Prima edizione 1982), Pagg. 224,  € 8,00

 

 

 

 

 

 

 

Vale per Roald Dahl (1916-1990) quello che più volte si è sostenuto per Gianni Rodari, ossia che la cosiddetta "narrativa per ragazzi" in realtà può essere recepita con soddisfazione anche da chi ragazzino o fanciullo non è più da qualche tempo. Occorre, però, la disposizione a calarsi in un ambito fantastico particolare, quello di una fiaba moderna, e ad apprezzare il pastiche linguistico che la caratterizza. Così, il GGG (Grande Gigante Gentile: nell'originale inglese, The BFG, The Big Friendly Giant) potrà suscitare diversi motivi di interesse, proprio a partire dall'antieroe protagonista, il gigante buono, autodidatta e sgrammaticato, ma fornito di un lessico di suggestivi neologismi e simpatiche storpiature: "In questo paese melmente e deprimoso non cresce buoni bocconcini come ostriche e trottole. Del resto, niente cresce qui meno una specie di legume tremendamente schifiltoso e nausea-abbondo. Si chiama cetrionzolo".

La vicenda, che segue un ordine logico e cronologico coerente, esordisce con il rapimento della piccola Sofia, colpevole, a causa dell'insonnia, di aver individuato uno strano gigante aggirarsi per le vie di Londra, nei paraggi dell'orfanotrofio dove è ospitata. L'enorme mano dell'omone strappa la bambina dal letto, e dopo una corsa a velocita supersonica la trasporta in un territorio sconosciuto e desolato, lontanissimo dalla civiltà, nella sua caverna sita nel Paese dei Giganti. Ignara e spaventata Sofia teme di essere sbranata, ma il Gigante che si presenta come Grande e Gentile, le si rivela, invece, mite, sensibile e... vegetariano. Nella sua loquela stramba e colorita, il GGG descrive le proprie attività: catturare i sogni, conservarli in barattoli di vetro e donarli ai bambini addormentati. Al contrario, gli altri nove giganti della colonia in cui vive portano i nomi esemplari di Inghiotticicciaviva (il famelico leader del gruppo), Crocchia-ossa, Strizza-teste, Trita-bimbo, Vomitoso, Ciuccia-budella, Spella-fanciulle, San Guinario e Scotta-dito, e sono malvagi divoratori di "popolli", cioè di esseri umani, di cui decantano le prelibatezza delle carni e le differenze aromatiche relative alle zone geografiche di provenienza. Naturalmente i bambini vengono preferiti per la loro morbidezza.

E così Sofia rischia di finire nelle fauci di questi esseri ciclopici e terribili. Come proteggerla? E come riuscire a neutralizzare le gozzoviglie notturne di quei mostri? Dopo varie peripezie il gigante e la bambina progettano un piano ingegnoso che mediante l'innesto di un sogno vedrà coinvolta addirittura la regina Elisabetta d'Inghilterra, la quale mobiliterà l'esercito britannico in un pericoloso blitz per catturare i nove mostri. Ma solo grazie al coraggio del GGG e di Sofia l'operazione si concluderà con successo; e i due amici riceveranno ciascuno in regalo dalla sovrana una splendida casa dove continuare a frequentarsi, e dove il GGG potrà completare la propria istruzione, fino a realizzare il libro di cui abbiamo enunciato la trama.

Il volumetto ha ottenuto fin dalla prima pubblicazione (1982) un grande successo internazionale, e in Italia è uscito presso l'editore Salani nel 1987, nella fortunata collana degli Istrici, che annovera pure gli altri libri assai noti - non solo presso i giovanissimi - di Roald Dahl, da La fabbrica di cioccolato a Matilde, da Il grande ascensore di cristallo a Le streghe... E dobbiamo pure ricordare le due versioni cinematografiche dedicate al buffo protagonista: la prima è una divertente animazione del 1989, Il mio amico gigante, che presenta alcunevarianti rispetto al libro, specialmente nel finale; l'altra, più recente, il GGG -Il Grande Gigante Gentile (2016) porta la firma addirittura di Steven Spielberg, ma sebbene fedele al testo, non riesce appieno a ricreare la magica atmosfera della pagina scritta. Che si avvale, inoltre, delle straordinarie illustrazioni in bianco e nero del celeberrimo Quentin Blake, una presenza costante e decisiva nelle storie dello scrittore nato in Galles, ma di chiare origini norvegesi.

Quello dell'amicizia tra diversi è il tema più evidente di questa fiaba morale che stupisce per delicatezza, semplicità e originalità. La storia sorprende non soltanto per il gusto schietto per l'avventura, per il ritratto geniale del gigante buono, che suggerisce un parallelo con il "meraviglioso" ariostesco, ma anche per le riflessioni indotte dall'intreccio, che contiene un bel messaggio pacifista e un severo monito al genere umano, reo di causare impunemente la distruzione del pianeta e la propria: come sottolinea il GGG è l'unica specie del creato che pratica l'omicidio tra simili! Roald Dahl si conferma, dunque, uno degli interpreti più ispirati del racconto fantastico, e la trovata di collezionare i sogni per distribuirli per mezzo di una curiosa tromba nelle camerette dei bambini al fine di procurar loro gioia e serenità è un'idea di grande forza poetica così come l'aver realizzato un geniale impasto linguistico - ottima la traduzione italiana di Donatella Ziliotto - che miscela giocosamente vocaboli di provenienza molto diversa: voci gergali e dialettali, neologismi e forestierismi, allusioni e assonanze, iperboli e metafore, cambi di lettere e storpiature, in un tripudio di citazioni e figure retoriche che stimola ancor più la fantasia e il sano piacere per la lettura.

 

Riferimenti

Il mio amico gigante (1989) di Brian Cosgrove e Il GGG - Il grande gigante gentile (2016) di Steven Spielberg