Scale senza tempo

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ARCHITETTI. Tutti imbecilli.
Nelle case, dimenticano sempre la scala.

Gustave Flaubert,
Dizionario dei luoghi comuni


 


Scale come elementi architettonici

Ci si potrebbe chiedere chi fosse il riferimento di Gustave Flaubert quando citava la maldicenza sugli architetti, colpevoli di progettare distrattamente, prestando cioè maggior attenzione agli elementi superflui e dimenticando quelli principali. Di fatto, l’idea che gli architetti siano spesso vittime di idee bizzarre e si rendano colpevoli di gravi dimenticanze rientra tra gli stereotipi e, appunto, tra i luoghi comuni popolari, secondo i quali gli scienziati sono tutti matti, i poeti smemorati e i pittori trasandati.

Certamente, dimenticare le scale sarebbe la più grave delle distrazioni per un progettista di torri o di colossi o di grattacieli; ma grave sarebbe comunque, a patto naturalmente che l’edificio di cui si parla sia dotato di più di un piano. Stando alle ricostruzioni che siamo in grado di abbozzare sulle case antiche, anche gli egiziani sapevano costruire su più livelli e comunque le scale esterne devono essere comparse in epoca davvero lontana, quindi possiamo senz’altro associare le scale agli elementi essenziali dell’architettura, come i tetti, le pareti e i pavimenti, insieme alle porte e alle finestre. Di alcuni di questi elementi sembra piuttosto arduo dimenticarsi nel corso della progettazione, perché una casa senza tetto o senza pareti o senza pavimenti non è neppure una casa; semmai, ci si potrebbe non ricordare delle porte o delle finestre, perché in fondo sono elementi non strutturali e la loro posizione potrebbe anche essere decisa al momento della effettiva costruzione: ma la scala? La scala tra un piano e l’altro è un elemento molto particolare, ne basta una per collegare superfici anche ampie e il suo ruolo è quindi di estremo rilievo, simile a quello della porta d’ingresso e a quello unico della copertura. Gli scaloni monumentali delle regge barocche rappresentano il trionfo di questo ruolo speciale della scala, ma anche in passato alcuni templi (come quello romano di Palestrina), se non interi edifici (come le ziqqurat dei mesopotamicile tombe a màstaba e a piramiddegli egiziani) basavano sulla scala la loro stessa forma principale.

 

1 – Ziqqurat
I templi mesopotamici detti a ziqqurat sono un modello di costruzione a gradoni, vale a dire a più livelli congiunti da scale esterne, con un risultato simile alle tombe monumentali egiziane a mastaba. La massa dell’edificio tende sia verso l’alto, al sole, sia lateralmente, a mantenere uno stretto rapporto con la terra.

 

2 - Tempio di Palestrina
Il tempio romano di Palestrina ha le dimensioni inusuali di un villaggio, tanto che oggi è letteralmente incorporato nel centro storico della cittadina. La sua somiglianza con le ziqqurat è forse legata agli scopi simili del rito religioso, mentre è probabile, per l’appartenenza al mondo e ai costumi romani, che l’apparato decorativo fosse sensibilmente più ricco e monumentale.

 

Scale funzionali

Funzionalmente, la scala serve a superare un dislivello, che sia interno o esterno a un edificio; molto prosaicamente le scale intese come elementi primari dell’architettura seguono regole precise, che un qualunque manuale di costruzione riporta fedelmente.

Queste regole non sono sempre state le stesse, basta salire sul Colosseo per accorgersi che la pendenza delle rampe secondo gli antichi romani seguiva norme ben diverse da quelle che si seguono oggi; tuttavia, seguiva comunque una regola, che portava a una certa uniformità nelle scale di un determinato periodo e di una determinata civiltà, proprio come sono simili le pendenze che incontriamo oggi nel mondo occidentale. Per determinare la corretta altezza degli scalini e le loro dimensioni esistono infatti strumenti di calcolo molto semplici, per cui ad esempio la somma di due volte l’altezza (alzata) dello scalino più la sua lunghezza (pedata) deve attestarsi sui 62-64 centimetri per essere ben agibile. Seguendo queste norme possiamo costruire una scala comoda, oppure viceversa stabilire perché la scala di un certo edificio non è comoda.

Ma una scala che si alzi verso il cielo, senza punto di arrivo, come una tomba a màstaba o la Torre Eiffel, segue delle regole? È importante che sia comoda, o è più importante stabilire dove ci porta? Evidentemente qui si passa dal campo funzionale a quello della simbologia, e in questi casi la spinta verso l’alto non è che una spinta verso la divinità o l’immortalità, e dimostra fede ma anche potenza, forza, ricchezza. Le cattedrali gotiche non sono a forma di scala, ma sono costruite secondo il principio per cui l’altezza ci porta verso Dio, e garantisce e dimostra le nostre capacità umane, tecniche e spirituali.

 

3 - Schema di costruzione di una scala ordinaria
Una pagina presa da un qualunque manuale di costruzione ci rivela l’essenza strutturale di gran parte delle scale che vengono costruite oggi. Nella differenza tra questa progettazione standard e quella eccezionale dei grandi architetti si può isolare un perfetto elemento di distinzione tra edilizia e architettura.

 

  

4 – Caratteristiche standard di una scala
Le indicazioni precise e le regole aritmetiche per definire l’agibilità di una scala confermano la tecnica edilizia di costruzione.

 

Scale nel tempo

Se andiamo a cercare nella storia grandi esempi di scale architettoniche, quindi non ordinarie ma legate ad edifici particolari, la varietà delle forme è davvero straordinaria, in accordo con quella degli edifici stessi. Scale interne ed esterne; scale di legno, di ferro e di muratura; rampe di scale parallele, ortogonali e circolari; scale appoggiate, volanti e incassate. Una breve sequenza di immagini può sostituire le descrizioni a parole.



5 - La scala di Michelangelo per la Biblioteca Laurenziana di Firenze
Considerato il primo pezzo di bravura di Michelangelo architetto, la tripla rampa di scale con accesso centrale rivela l’indifferenza dello scultore per la ricerca funzionale e anticipa di un secolo le sontuosità barocche.



6 - La scala di Borromini per Palazzo Barberini a Roma
Spesso citata per dimostrare l’amore per le curve degli architetti barocchi, la scala elissoidale di Borromini è in realtà un prodigio tecnico che unisce l’essenzialità della struttura con la sua complessità realizzativa.

 

 

7 - La scala di Vanvitelli per la Reggia di Caserta
Tipico esempio di scalone monumentale che celebra il rango del proprietario, la solennità dell’ascesa, e lo spreco assoluto di spazio.



8 - La scala semi-esterna di Le Corbusier per la casa Savoye
Incastrate nella struttura perfetta della casa, le scale e le rampe di Ville Savoye sono tutt’uno con la casa e ne rappresentano un elemento perfettamente calibrato e organico con la struttura.



9 - La scala esterna di Scharoun per la casa Schminke
La scala esterna connette un terrazzo (o meglio un ponte della casa-barca) e l’ingresso secondario della villa unifamiliare, venendo quindi a costituire un collegamento interno come funzione, ma esterno come realtà visiva.



10 - Le scale di Zaha Hadid per il Museo MAXXI a Roma
Scale volanti e tortuose marcano lo spazio interno e inventano scenografici punti di vista, confermando i sospetti di chi vede nel Decostruttivismo di fine Novecento unatendenza neo-barocca.

 

Scale e ascensori

Detto che delle scale non si può fare a meno, c’è un momento interessante nella storia dell’architettura in cui le scale, senza uscire di scena, perdono rilievo e – senza diventare superflue – assumono il ruolo di oggetto secondario. È il momento in cui qualcuno inventa l’ascensore, siamo intorno alla metà del XIX secolo, l’inventore è l’americano Elisha Otis, un nome che permane nella storia, accanto a quello dello svizzero Robert Schindler. Gli ascensori permettono progressivamente di aumentare l’altezza degli edifici, e la scuola dei costruttori di grattacieli, nata a Chicago, li utilizza come sistema portante dell’intera struttura. Il gruppo degli ascensori si affianca al corpo delle scale, creando di norma una sorta di colonna centrale nella struttura degli edifici alti. È il caso di grattacieli celebri e mille volte riprodotti, come l’Empire State Building, le Torri Gemelle, le Petronas Towers di Kuala Lumpur, la Willis Tower di Chicago e il recente Burj Khalifa a Dubai (per qualche tempo ognuno di essi è stato l’edificio più alto del mondo).

Può essere interessante andare a vedere dove si trovano le scale in questi grattacieli. Le piante di un piano tipo sono sorprendenti, perché hanno strutture talmente simili da rimandare a una sorta di modello ormai standard per la progettazione del nocciolo dell’edificio (nei disegni ho evidenziato in grigio il gruppo scale-ascensori) .

 

11 - Pianta tipo dell’Empire State Building di NYC

 



12 - Pianta tipo di una delle Twin Towers di NYC

 

 

13 - Pianta tipo della Sears Tower (oggi Willis Tower) di Chicago

 

14 - Pianta tipo di una delle Petronas Towers di Kuala Lumpur

 

15 - Pianta tipo della Burj Khalifa Tower di Dubai

 

Queste moderne torri alte centinaia di metri hanno tutte una sorta di blocco centrale, un hardcore nel preciso senso della parola, composto da decine di ascensori e da un minor numero di scale, necessarie solo in caso di guasti del sistema elettrico o di emergenze. Si avvera il sogno di Antonio Sant’Elia che cento anni fa nel Manifesto dell’architettura futurista scriveva:

Gli ascensori non debbono rincantucciarsi come vermi solitari nei vani delle scale; ma le scale, divenute inutili, devono essere abolite e gli ascensori devono inerpicarsi, come serpenti di ferro e di vetro, lungo le facciate.1

E negli anni Quaranta anche Le Corbusier celebrava gli ascensori, destinati a essere le strade verticali delle città del futuro:

Chi non ha visto con i propri occhi come funzionano gli ascensori negli Stati Uniti, vivrà sempre nel timore di tutti gli incidenti immaginabili.2

Avevano perfettamente ragione futuristi e razionalisti, oggi le scale in moltissimi edifici sono diventate inutili, in particolare in Italia, il paese che possiede sorprendentemente (solo se non si ricorda la nostra tradizionale pigrizia fisica) il maggior numero di ascensori funzionanti al mondo!

 

Scale di oggi

C’è tuttavia qualcuno che con impegno progetta ancora scale di grande bellezza; possiamo trovarne esempi importanti in tutti quei grandi atrii o saloni dove esiste una doppia o multipla altezza per la quale l’uso di un ascensore sarebbe poco indicato. L’ingresso di teatri e sale cinematografiche, di alberghi di lusso, di aeroporti, di stazioni, di nuovi musei, sono spesso corredati da scalinate di ampie dimensioni per superare dislivelli relativamente piccoli. Sono la versione attuale, come si diceva per le scale del MAXXI, delle scalinate barocche.
In parallelo, nella progettazione di scale per edifici normali non particolarmente alti, esiste oggi un’impressionante varietà di scelte, resa possibile dai materiali e dalle tecniche avanzate di costruzione.

Una moltitudine di esempi è perfettamente visibile effettuando una ricerca sui due temi in Internet; nelle figure 16, 17 e 18 ho riprodotto una minima parte dei risultati.

 

16 – Immagini di scale in grandi ingressi di edifici pubblici

 

17 e 18 – Immagini di scale interne in edifici minori

 

Ma oltre a questi casi, alcuni architetti contemporanei hanno basato sulle scale la loro creatività, nel senso che la struttura della scala ha determinato la forma di un’architettura. Ho trovato curioso che ritornino, tra i tanti casi possibili, i due esempi citati al principio, il tempio di Palestrina e le ziqqurat, in due grandi progetti di fine Novecento. Il primo, costruito vari anni dopo la sua morte, è di Louis Kahn, che nel memoriale di Roosevelt sulla Roosevelt Island di New York scelse una larga scalinata come elemento portante della struttura. Il secondo è di Tadao Ando, che nel centro Yumubatai ha creato una sorta di terrazza-giardino-panorama letteralmente cosparsa di rampe di scale, una ziqqurat moderna. 



19 – Il
Roosevelt Memorial di Louis Kahn sulla Roosevelt Island a NYC
Lapidi, statue e una sorta di piccola zona sacra dedicata al presidente americano si trovano nella punta che chiude la piccola isola urbana a lui dedicata; la grande scalinata bianca introduce questo monumento civile con una semplicità classica, in totale antitesi con le tendenze pop e postmoderne degli anni Novanta.

  

20 – Le terrazze di Tadao Ando nel centro Yumebutai a Osaka
Nel cuore di un complesso monumentale e commemorativo, Ando ha costruito una sorta di giardino pensile a scacchiera, attenendosi alla tradizione minimale dei giapponesi anche nel reinventarla.

 

Per concludere, mi sembra interessante citare l’architettura contemporanea di un personaggio fuori dal comune, il 43enne danese Bjarke Ingels, autore negli ultimi dieci anni di progetti innovativi e spettacolari. Ingels riesce a coniugare, come lui stesso afferma nelle sue conferenze e nei suoi scritti, l’approccio sostenibile con la creatività, ottenendo risultati impressionanti per qualità architettonica da un lato e per competenze tecniche ed energetiche dall’altro.

Molti progetti di Ingels giocano sulla forma e sul ruolo dis-livellante della scala, che in alcuni casi sembra addirittura stare alla base della sua idea di architettura. Nelle figure da 21 a 25 sono rappresentate quelle che mi sembrano le sue migliori idee realizzate o in fase di realizzazione, ma una visita al suo sito, l’ascolto delle sue vivaci conferenze su YouTube e la lettura dei suoi libri di architettura a fumetti3, possono fornire un’immagine più approfondita del personaggio, probabilmente l’uomo del futuro, oltre che del presente, nella ricerca architettonica occidentale: nel nome delle scale.

 

21 – Bjarke Ingels, Padiglione in Hyde Park a Londra
Su invito della città, celebri designer vengono invitati ogni anno a creare un padiglione sulla Serpentine di Hyde Park a Londra. Ingels ha costruito una sorta di doppia copertura gradonata, composta da elementi a scatola, ottenendo un singolare risultato a metà tra ironia e funzionalità.

22 – Bjarke Ingels, Complesso residenziale a Copenaghen, detto La Montagna
Davanti alla richiesta di costruire un condominio dotato di autorimessa, Ingels inventa un garage sovrastato da abitazioni secondo uno schema a piani inclinati che determina appartamenti ben separati e illuminati.

 

23 – Bjarke Ingels, Edificio a Aarhus in Danimarca
Anche in questo complesso Ingels gioca sulla possibilità di separare i vari alloggi sfalsandoli in altezza e applicando motivi triangolari e piramidali alle consuete forme dell’architettura.

 

24 – Bjarke Ingels, Edifici a Miami
Due spettacolari e taglienti torri a piramide rovesciata ribadiscono i temi della ricerca formale di Ingels, sempre preoccupato di determinare una riconoscibilità alle varie parti dell’edificio.

 



25 – Bjarke Ingels, Containers per appartamenti in Danimarca
L’utilizzo disinvolto di container commerciali, trasformati nel mattone compositivo di un residence per studenti, conferma l’originalità e la disponibilità di Ingels a modificare radicalmente i parametri dell’architettura costruita.

 


 Note con rimando automatico al testo

1 A. Sant’Elia, Manifesto dell’Architettura Futurista, 1914.

2 Le Corbusier, Maniera di pensare l’urbanistica, Roma-Bari, Laterza, 2011, p. 58.

3 I libri pubblicati dal gruppo di Ingels, Bjarke Ingels Group, sono Yes is More del 2010 e Hot to cold del 2016.