Simone Weil, Padre nostro

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A cura di Domenico Canciani e Maria Antonietta Vito, Roma, Castelvecchi, 2015, (etcetera), 40 pp., ISBN 978-8869440939, € 7,50.


 
Si tratta di una riflessione filosofica e insieme di una meditazione teologica sul Padre nostro, ritradotto a partire dalla testualità greca e presentato – sottolineano i curatori – come «preghiera adulta, esigente, non consolatoria» (pp. 10-11). Così il pane, che solitamente recitiamo come quotidiano, diventa invece «soprannaturale» (epiousion, surnaturel, p. 26), significativamente i debiti devono già essere stati saldati ai nostri debitori prima di reclamare qualsiasi altra remissione (os kai emeis aphekamen, de même que nous aussi avons remis, «come noi li abbiamo rimessi», p. 31) e infine l’invocazione conclusiva, nel chiedere la protezione dal male, implora appassionatamente di «non gettarci nella prova» (me eisenegkes emas eis peirasmon, ne nous jette pas dans l’épreuve, p. 37). Scritto durante il suo soggiorno a Marsiglia, il commento al Padre nostro di Simone Weil è un esercizio di accoglienza, di verticalità, di rinuncia.

(Si veda anche la nostra sezione su Simone Weil)