AZIONI PARALLELE 
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Azioni Parallele

NUMERO  7 - 2020
Azioni Parallele
 
Rivista on line a periodicità annuale, ha ripreso con altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós.
La direzione di Azioni Parallele dal 2014 al 2020 era composta da
Gabriella Baptist,
Giuseppe D'Acunto,
Aldo Meccariello
e Andrea Bonavoglia.
Sede della rivista Roma.

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AP on line e su carta

 

AP 6 - 2019
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LA GUERRA AL TEMPO DELLA PACE
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SCALE A SENSO UNICO
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AP 3 - 2016
MEDITERRANEI
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AP 2 - 2015
LUOGHI non troppo COMUNI
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 AP 1 - 2014
DIMENTICARE
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 I NOSTRI 
AUTORI

Mounier
di A. Meccariello e G. D'Acunto
ed. Chirico

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Modern/Postmodern
ed. MANIFESTO LIBRI
 
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Solitudine/Moltitudine
ed. MANIFESTO LIBRI

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 Vie Traverse
di A. Meccariello e A. Infranca
ed. ASTERIOS

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L'eone della violenza
di M. Piermarini
ed. ARACNE

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La guerra secondo Francisco Goya
di A. Bonavoglia
ed. ASTERIOS 

(compra presso ASTERIOS)

Insieme con Simone Weil - Introduzione

 

 

Filosofia (compresi i problemi della conoscenza, ecc.),
cosa esclusivamente in atto e pratica.
Per questo è tanto difficile scrivere al riguardo.
Difficile così come un trattato di tennis o di
corsa a piedi, ma in misura superiore.

(Simone Weil, Quaderni)

 

  

Un blog su Simone Weil. Uno spazio di discussione sulle molte cose che Simone Weil ha pensato e ci ha lasciato in eredità, certo una non facile eredità. Come pensare di poter gestire un approccio ad una autrice così problematica e sicuramente molto impegnativa?

“Imbevibile” era stata definita all'epoca, ed effettivamente, Simone Weil è tuttora poco “digeribile”, non si assimila facilmente, non sta in ordine, ma pretende una serietà e un'attenzione nell'analisi delle sue proposte e dei suoi ragionamenti, che a volte possono risultare disturbanti.

Evidentemente non è la sola, ma condivide questo stile radicale con molti grandi pensatori del secolo passato. Per quale motivo, allora, riproporre proprio questa pensatrice?

Forse perché sono tempi difficili, sono tempi nei quali urge l'obbligo di continuare a pensare, primo e imprescindibile impegno per Simone Weil che affermava che “l'intelligenza deve esercitarsi in totale libertà, oppure tacere”1. Nessuna mezza misura.

Così come Simone Weil si è sottratta ad ogni sorta di rifugio consolatorio – che fosse la politica o la fede -, ma ha sempre tentato di pensare la difficoltà, la problematicità senza sciogliere tuttavia in modo unilaterale l'aporeticità del presente.

Questo è il suo modo di praticare la filosofia, di vivere filosoficamente, potremmo dire, che di certo non l'ha messa al riparo da critiche e fraintendimenti. Tuttavia, il cammino è rimasto lo stesso, solidamente ancorato ad una prospettiva in cui il soprannaturale riesce ad agire da cuneo per scalzare le ideologie terrene.

Gli scritti dell'ultimo periodo della sua esistenza, quelli risalenti all'esilio a Londra, sono quasi totalmente dedicati ad un lavoro di ridefinizione e ripensamento dell'uomo e della nuova Europa, che già lei sognava nascente dalle ceneri della guerra.

Alcuni di questi scritti sono molto conosciuti, come L'enracinement(La prima radice), che di fatto è stato il primo scritto pubblicato dopo la sua morte, da Albert Camus per Gallimard. Per Camus, non era pensabile immaginare una rinascita per l'Europa che non tenesse conto delle esigenze definite da Simone Weil2.

Altri testi sono meno noti, ma procedono sullo stesso crinale interpretativo, regalando elementi che arricchiscono e completano quella che è una vera e propria proposta politica, nel senso più ampio e alto del termine. Senso di cui, forse, abbiamo quasi dimenticato il significato.

 

Le proposte e le analisi di Simone Weil non possono lasciare indifferenti, ci interrogano e rinnovano la voglia – e anche la speranza – di pensare che il mondo dell'uomo potrebbe realmente essere diverso da ciò che è.

Il primo passo è comunque quello che ha sempre guidato la filosofa francese: pensare senza tregua, senza pietà, per dipanare le illusorie costruzioni dell'immaginario violento della forza.

Per Simone Weil, infatti, l'impegno fondamentale è sempre stato quello di pensare il proprio presente, entrare in contatto con il mondo, penetrare la realtà a qualsiasi conto. Per questo motivo, è diventata operaia nelle fabbriche, militante nella guerra civile spagnola, e avrebbe voluto diventare una combattente attiva della Resistenza, anche se riuscì ad esserlo solo parzialmente.

È con questo spirito che questo spazio vuole aprire il pensiero di Simone Weil alla sollecitazione del contemporaneo, per tentare di farne una possibile chiave interpretativa, per meglio rispondere ad un mondo decisamente da ripensare.

In questo senso, abbiamo pensato che il proporre direttamente, testi più o meno noti, fosse un buon punto di partenza per riscoprire le sue potenzialità critiche.

 

Un esempio di questa possibilità di interrogazione sul contemporaneo, è l'appello nato spontaneamente durante l'incontro su Simone Weil di Monte Porzio Catone, nell'aprile scorso, che si può leggere in questa sezione, nel quale i firmatari hanno mostrato come le istanze di legittimità e partecipazione, intese da Simone Weil come elementi fondamentali di una nuova idea di politica, siano effettivamente le carenze più gravi che tuttora affliggono ogni stato e, soprattutto, l'Europa come proposta politica.

L'invito, che con questa sezione si vuole fare, è quello di tentare di accettare questa eredità di pensiero, non mascherandone le difficoltà e cogliendone le grandi opportunità. Proporremo, quindi, dei testi che appaiono ancora oggi attuali per interrogativi e tematiche, per fare in modo di ri-acquisire uno sguardo weiliano sul mondo. Tutto questo, come ci insegna Simone Weil, significa non aggirare il problema, ma mantenerlo come imprescindibile contraddittorio.

 

Note

1 Simone Weil, Lettera a un religioso, Adelphi, Milano 1996, 63.

2 Cfr. la bella introduzione al volume delle Oeuvres complètes dedicato a questo scritto (Simone Weil, Oeuvres complètes, V, 2, Gallimard, Paris 2013, 11-86).