Giacomo Verri e Beppe Fenoglio, tre libri partigiani

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Giacomo Verri, Partigiano Inverno, Roma, Nutrimenti, 2012, pp. 237, € 17.00
Giacomo Verri, Racconti partigiani, Pordenone, Edizioni Biblioteca dell’Immagine,2015, pp. 127, €14.00
Beppe Fenoglio, Il libro di Johnny, Einaudi, Torino, 2015, pp. 880, € 28.00

Coincidono la pubblicazione de Il libro di Johnny e dei Racconti partigiani, in cui si cimentano un autore ‘aurorale’, il Fenoglio nuovamente ‘ricostruito’ (classe 1922), e un autore ‘postumo’, Giacomo Verri, classe 1978.
Lo scrittore della Val Sesia s’era già confrontato con la narrazione della Resistenza nel Partigiano Inverno (2012), ove tre punti di vista di vario stigma generazionale si scontravano con coloro che si erano ‘impartigianati’ nell’inverno topico ’43-’44, modelli d’un eroismo antieroico o di un eroismo semplicemente inedito nella storia italiana, crogiolo etico ineguagliabile per chi stava prima, per chi stava nel corso ruinoso della storia, per chi stava alla soglia della vita. In una lingua di lussureggiante invenzione che s’inarca tra preziosismi protonovecenteschi ed esaltazioni espressionistiche di grandi ascendenze novecentesche, Verri sfida la frammentazione della memoria alimentata dalla lingua insipida della comunicazione quotidiana, rispecchiamento di quella Storia per la quale il Godimento dell’indifferenza contemporanea ha smussato e forse sterilizzato ormai il Desiderio dell’età trascorsa e quasi senza artefici e testimoni, volendoci interrogare sul dissidio tra la fine della Memoria e la perdita della Memoria.
Ora, nel settantesimo anniversario della Liberazione, la nuova prova, confermando la robusta qualità dello scrittore, s’accosta ancor più decisamente alla desertificazione della Memoria medesima, azionando situazioni, oggetti e personaggi ‘antichi’, nel tentativo di trasmettere quel sugo della Storia che, solum, potrà congiungere le trame generazionali in un senso politico, inanellando cioè, alla memoria del mentore Fenoglio, questioni private e questioni pubbliche.